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Nutraceutica: un possibile nuovo approccio nell’oftalmologia

Le condizioni oculari come la presbiopia, la cataratta e la malattia dell’occhio secco sono molto comuni e possono essere trattate con diversi nutraceutici disponibili oggi. La scelta del tipo di integrazione e della concentrazione nutraceutica utilizzata sono importanti per ottenere risultati efficaci.

In uno studio prospettico sulla presbiopia, è stato dimostrato che una miscela di erbe tradizionali cinesi contenente wolfberry (bacche di Goji) (200 mg), Cassiae Semen (200 mg) e Dendrobium huoshanense (40 mg) in una singola capsula ha un effetto accomodante positivo. I semi di Cassiae migliorano la funzione parasimpatica dell’occhio, aumentando la sua funzione accomodativa e la contrattilità del muscolo ciliare, rilassando le fibre della zonula. Inoltre, Cassiae e wolfberry hanno proprietà antiossidanti e possono aiutare a ridurre la pressione intraoculare, alleviando ulteriormente i sintomi della presbiopia.

La funzione antiossidante di molti nutraceutici è stata dimostrata in studi per ridurre l’aggregazione delle proteine nel cristallino e, di conseguenza, ridurre l’incidenza e il rischio di sviluppare cataratta. Ad esempio, l’uso di integratori multivitaminici, vitamina E o vitamina C per più di dieci anni ha comportato una significativa riduzione del rischio di cataratta corticale, con una diminuzione delle probabilità di comparsa dello 0,4%.

Tuttavia, la prevenzione della cataratta del cristallino, in particolare di tipo nucleare, richiede alti livelli plasmatici di vitamina E (≥12,8 μg/ml). L’assunzione di >90 mg/die di vitamina E per ≥10 anni può ridurre la cataratta nucleare del 55%. Inoltre, nessun altro antiossidante, come selenio, licopene e retinolo, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di cataratta.

La vitamina A e i carotenoidi sono componenti chiave della visione umana. La combinazione di zeaxantina e luteina è il carotenoide più importante del cristallino e della retina, insieme all’estere del retinolo, al retinolo e, in una porzione molto minore, al β-carotene. Livelli più elevati di retinolo possono ridurre il rischio di cataratta nucleare e subcapsulare posteriore, mentre la somministrazione orale di vitamina A per cinque anni può limitare lo sviluppo della cataratta corticale.

Dopo un’assunzione dietetica adeguata, livelli plasmatici superiori a 0,041 μmol/L di zeaxantina e 0,27 μmol/L di luteina sono stati associati a un minor rischio di cataratta nucleare. Inoltre, l’assunzione giornaliera di più di 6 μg/die di zeaxantina e luteina ha dimostrato di ridurre del 18% il rischio di cataratta nelle donne, mentre dosi superiori a 3 μg di zeaxantina e luteina per quattro anni hanno ridotto del 32% la prevalenza della cataratta nucleare.

Recenti scoperte sulla fisiopatologia della sindrome dell’occhio secco hanno evidenziato l’importanza dell’uso di nutraceutici. La carenza di vitamina A o Omega-3 è oggi considerata un fattore di rischio importante per lo sviluppo della malattia. Sono stati condotti diversi studi clinici randomizzati e metanalisi che hanno dimostrato l’efficacia dell’integrazione di Omega-3 nel miglioramento dei sintomi dell’occhio secco. In particolare, due metanalisi hanno confermato che l’integrazione di Omega-3 ha migliorato l’indice di malattia della superficie oculare, il tempo di rottura del film e il test di Schirmer. Tuttavia, i diversi studi hanno utilizzato dosaggi e fonti di Omega-3 differenti, il che potrebbe influenzare l’efficacia del trattamento. Attualmente, non esiste una formulazione approvata dalla FDA né una raccomandazione ufficiale per l’uso di acidi grassi essenziali nel trattamento delle malattie degli occhi. Il dosaggio e la durata ottimali del trattamento costituiscono aree di interesse per la ricerca oftalmologica.