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Progressi Sostenibili nell’Oftalmologia: Trattamenti Avanzati per l’Edema Maculare Diabetico


I risultati incoraggianti del trial PHOTON a due anni (96 settimane) stanno gettando nuova luce sul trattamento dell’edema maculare diabetico (DME) attraverso l’uso di aflibercept 8 mg. Questo studio ha esaminato l’efficacia e la sicurezza di aflibercept 8 mg in confronto all’attuale standard di cura, aflibercept 2 mg, utilizzando un approccio innovativo con intervalli prolungati tra le iniezioni intravitreali.

I gruppi di pazienti trattati con aflibercept 8 mg hanno dimostrato risultati promettenti. Dopo due anni di trattamento, l’89% dei pazienti ha mantenuto un intervallo tra le iniezioni di 12 settimane o più, rispetto al 93% registrato al termine del primo anno (48 settimane). Una parte significativa dei pazienti ha soddisfatto i criteri di estensione, con il 43% che è riuscito a raggiungere intervalli di 20 settimane o più, e il 27% addirittura di 24 settimane.

Particolarmente interessante è il gruppo di pazienti con un intervallo iniziale di 16 settimane tra i trattamenti. In questo caso, l’83% è stato in grado di mantenere intervalli di almeno 16 settimane per l’intero periodo di due anni, in confronto all’89% che aveva mantenuto tale intervallo durante il primo anno. Questo approccio ha permesso una riduzione significativa delle iniezioni intravitreali, con una media di 7,8 iniezioni nell’arco di 96 settimane, rispetto alle 13,8 iniezioni richieste con aflibercept 2 mg, somministrato ogni 8 settimane.

È importante sottolineare che i prolungati intervalli di trattamento con aflibercept 8 mg non hanno compromesso l’efficacia visiva a lungo termine. I pazienti hanno ottenuto miglioramenti visivi duraturi e l’approccio con aflibercept 8 mg ha dimostrato di mantenere un profilo di sicurezza paragonabile a quello della dose standard di aflibercept 2 mg.

Questi risultati aprono nuove prospettive per il trattamento dell’edema maculare diabetico, offrendo un’alternativa promettente all’attuale standard di cura e suggerendo che intervalli più lunghi tra le iniezioni potrebbero essere adottati senza compromettere l’efficacia terapeutica e la sicurezza a lungo termine.