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Intervista al dott. Marco Cesarini, oculista dell’Unità Operativa di Oculistica del Policlinico San Pietro.  

Dottor Cesarini, per iniziare l’intervista per i lettori di GuardaBene, le chiederei brevemente di raccontarci il suo excursus professionale.

Mi sono specializzato all’Università degli Studi di Milano nell’ormai lontano 1992; la mia attività è stata prevalentemente ospedaliera, occupandomi della chirurgia del segmento anteriore e retina medica e parachirurgica (laser). Non ho tralasciato però altri tipi di chirurgia come quella per il glaucoma, la chirurgia  palpebrale, lo strabismo e ultimamente anche la chirurgia vitreoretinica. Nella mia attività privata mi sono occupato, in particolare, della chirurgia refrattiva in tutte le sue sfaccettature (laser, impianto di IOL fachiche, impianto di IOL  multifocali) partecipando anche come relatore a diversi congressi nazionali ed  internazionali.

Alla luce della recente crisi pandemica, potrebbe raccontarci com’è cambiato il suo lavoro?

In questi due ultimi anni non è cambiata tanto la quantità del lavoro ma la sua organizzazione: escludendo il periodo del lockdown stretto che ha causato un rallentamento dell’attività, le persone hanno avuto comunque bisogno di farsi visitare. In particolare, ho cercato di distanziare le visita per evitare affollamento, prestando maggior attenzione alla pulizia e alla disinfezione degli ambienti di attesa e visita. Tutto questo ha comportato però, un allungamento dei tempi di effettuazione e programmazione delle visite.

In che modo è stato coinvolto il distretto oculare nell’infezione da COVID19?

Il Sar Covid 19 è un virus che che a livello oculare si manifesta  principalmente come congiuntivite, ricordo che il primo medico morto per questa pandemia è stato un oculista del distretto di Wuhan.  E’ stato dimostrato, inoltre, un coinvolgimento retinico ben evidenziabile con esame OCT, con casi di PAMM ( paracenral acute middle maculopathy) e casi di neuroretinite e panuveite, quindi un coinvolgimento infiammatorio di tutte le tuniche oculari.

Quali sono oggi gli interventi più richiesti, le nuove tecniche e le ultime tendenze in Oftalmologia?

La chirurgia della cataratta è senz’altro l’intervento più richiesto e praticato in Italia e nel mondo. La maggior aspettativa di vita si associa anche ad un aumento esponenziale della domanda di chirurgia iniettiva intravitreale per le maculopatie senili. L’oculistica negli ultimi 20 anni ha avuto una evoluzione tecnologica velocissima, nuovi strumenti chirurgici sempre più sofisticati e sicuri, nuove tecniche diagnostiche, nuovi materiali. Ultimamente si sta diffondendo l’utilizzo intraoperatorio di strumenti  diagnostici come l’OCT associato al microscopio operatorio che permette la visualizzazione dei tessuti come mai prima, inoltre la chirurgia con microscopi tridimensionali. In futuro senz’altro la chirurgia robotica e la cosiddetta telemedicina.

Qual è stato l’intervento chirurgico più delicato e difficile che ha dovuto fare nella sua carriera professionale? Può cortesemente parlarcene?

Ogni intervento, anche quello che si presenta come routinario, può presentare difficoltà ed imprevisti che lo possono trasformare in un nightmare, un incubo: quindi mai sottovalutare nulla. Mi è difficile indicare l’intervento più difficile che ho effettuato, ma posso senz’altro dire che il coinvolgimento emotivo che ho provato nell’operare mia mamma di cataratta è stato superiore a qualsiasi altro. 

I disturbi della vista sono in aumento tra la popolazione, ma nonostante questo, le visite oculistiche sono spesso rimandate o annullate. Come si spiega questo fatto?

L’ aumento ‘epidemico’ della miopia fra i giovani legato all’applicazione continuativa da vicino, l’invecchiamento della popolazione, malattie metaboliche come il diabete, determinano un aumento della richiesta di visite oculistiche. L’offerta è senz’ altro inferiore alla domanda. Questo comporta difficoltà organizzative a livello ospedaliero con allungamento delle liste o annullamenti delle visite programmate.  D’altro canto la paura del contagio nel raggiungere i luoghi di visita per l’epidemia in corso ha spinto tante persone a dilazionare visite e cure.  Non scordiamoci , inoltre, le difficoltà economiche sempre più diffuse.

Quale messaggio invierebbe ai giovani medici che intendono intraprendere la strada dell’oftalmologia?

Ai giovani aspiranti oftalmologi suggerisco tanta applicazione e passione; ritengo ormai fondamentale cercare di trascorrere all’estero un periodo formativo che in Italia è difficile ottenere. Inoltre, bisogna saper accettare il normale periodo di gavetta senza aver fretta di  bruciare le tappe.

Secondo lei il metodo di selezione scelto per l’ingresso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia è quello giusto? E per entrare alle Scuole di Specializzazione? Si selezionano veramente i giovani migliori?

L ’accesso alla facoltà di Medicina con con gli ormai famosi quiz ha allontanato dalla professione tanti potenziali ottimi medici. Sarei favorevole a liberalizzare l’iscrizione a tutti rendendo poi più severa la selezione durante il corso di laurea: solo i più motivati e preparati andrebbero avanti. Attualmente ci sono migliaia di giovani medici che vivono in un limbo in attesa di riuscire ad entrare in una scuola di specialità ermeticamente a numero chiuso. E’ necessaria una miglior pianificazione, aumentando i posti nelle branche con maggior carenza di specialisti sul territorio ed eventualmente rallentandone altre. Va riqualificata la medicina generale. 

Per finire l’intervista, vuole ricordare l’importanza di sottoporsi a regolari visite di controllo?!

La prevenzione delle patologie passa per una vita e una alimentazione sana; ci sono, però, delle malattie o condizioni predisponenti diagnosticabili solo con visite specialistiche e periodici controlli. Per quanto riguarda l’oftalmologia ricordo il glaucoma, il ladro silenzioso della vista, patologia asintomatica che porta alla cecità se trascurata. I bambini dovrebbero essere visitati alla nascita, a 3 anni e in età scolare, fino ai 50 anni una visita ogni 2-3 anni e una volta all’anno dopo i 50.

Un sincero ringraziamento al dott. Marco Cesarini per averci concesso parte del suo tempo per questa intervista. A tutti i nostri lettori, invece, vi aspettiamo sul nostro portale Guardabene.com per altre interviste, curiosità, news sull’Oftalmologia e ovviamente per trovare tramite la nostra community il dottore più adatto alle vostre esigenze.